Biografia

Alessandro Sbordoni (Roma, 1948) è stato definito da Goffredo Petrassi “un musicista fortemente impegnato nel raggiungimento della comunicazione espressiva”. Presente fin dal 1972 all’interno dell’Associazione Nuova Consonanza, di cui è stato a più riprese presidente, ha suonato nell’omonimo Gruppo di Improvvisazione (dal 1977 al 1985) e ha curato varie iniziative culturali e rassegne concertistiche, tra cui i Festival 1979, 1986, 1987, 1988, 2001, 2002, 2003, 2004, 2005.

La complessa situazione della musica contemporanea ha determinato in Sbordoni la necessità di una riflessione dall’interno stesso del comporre. Suoi saggi ed interventi, tesi ad evidenziare le strutture profonde del pensiero musicale contemporaneo nel suo svilupparsi dalla tradizione, sono pubblicati su riviste e pubblicazioni specializzate. Nel 2023 è uscito presso le edizioni Aesthetica un suo libro, «MULTIVERSI SONORI. L’improvvisare dialogante di Evangelisti, Nono, Scelsi», in cui Sbordoni riflette sulle importanti prospettive aperte da questi grandi compositori. Inoltre negli ultimi anni il suo campo d’indagine si è esteso a tematiche filosofiche ed esistenziali.


Ha fondato nel 2002 il Gruppo AleaNova, col quale ha svolto un’attività di improvvisazione e di esecuzione di partiture aleatorie storiche e recenti realizzando tra gli altri, nel 2004, la sonorizzazione del film Die Puppe di Ernst Lubitsch con l’importante partitura MULTIPLA di Ennio Morricone. 

Da svariati anni suona la fisarmonica bayan, strumento che ritiene ricco di possibilità ancora in gran parte inesplorate, per il quale ha già scritto numerose composizioni. Con lo stesso strumento conduce inoltre un’attività di performer-improvvisatore, suonando con musicisti quali Roberto Fabbriciani e Paolo Damiani.

È stato docente di composizione dal 1973 al 2012, prima presso il conservatorio “Rossini” di Pesaro, poi presso il Conservatorio “Casella” di L’Aquila, infine presso il Conservatorio S. Cecilia di Roma, dove ha tenuto anche corsi sull’improvvisazione.

Ha scritto più di settanta partiture per i più diversi organici, dallo strumento solista alla grande orchestra, eseguite da importanti istituzioni tra cui la RAI, la Fondazione Gulbenkian, la Biennale di Nuovo Teatro Musicale di Monaco di Baviera, il Cantiere di Montepulciano, il Festival di Metz, il Festival Mondiale del Sassofono, l’Accademia Filarmonica Romana, l’Orchestra Regionale Toscana, il Mutare Ensemble Frankfurt, la Società dei Concerti Barattelli dell’Aquila, l’Orchestra di Roma e del Lazio. Le sue partiture sono pubblicate da Universal-Ricordi, Edipan e Rai Com. 

Ha al suo attivo diversi lavori di teatro musicale: LIGHEA (1990), FABULA (1994), SEHN-SUCHT (1996), TERRE DELL’UTOPIA (1997), JEKYLL (2005, su libretto di Lidia Ravera). Ha collaborato con Vittorio Sermonti per una rielaborazione del Falstaff, “SI’ VULNERABIL POLPA” (2001), e nel 2010 l’Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI ha eseguito il suo concerto per bayan e orchestra “Sirius”.

Tre questioni si agitano al fondo della sua attuale ricerca musicale: l’ampliarsi del ruolo da compositore a compositore-performer, l’apertura verso una dimensione del suono insieme profonda globale e intersoggettiva, l’identificazione di uno stile ispirato alla qualità di ciò che circonda il compositore, dalle altre musiche all’ambiente.

Negli ultimi anni la fisarmonica e l’elettronica sono diventate insostituibili compagne di lavoro, anzi un vero e proprio laboratorio

Con un utilizzo “acusmatico” di questo impareggiabile strumento, come anche con le possibilità di trasformazioni elettroacustiche e di diffusione spaziale aperte da strumentalità  elettroniche recenti, possono infatti essere raggiunte sonorità ‘nuove’, cioè aperte a impasti timbrici davvero inconsueti e fascinosi.

Definisce ormai il suo comporre come un «COMPORRE DIALOGANTE», con l’intenzione di  inaugurare nuove modalità dialoganti con altre strumentazioni, con altri stili e con altri interpreti che vogliano raccogliere la sfida. Ha perciò recentemente fondato (2023) l’EXÀIFNES ENSEMBLE, con musicisti provenienti da diversi generi e ambienti musicali.

Resta comunque centrale un assiduo lavoro volto a un ‘riconoscersi’ da parte del compositore, per capire davvero ciò che fa al caso suo liberandosi con coraggio di qualsiasi accademismo o narcisistica strategia di affermazione, nella speranza e nella convinzione di contribuire ad una musica dei nuovi tempi, ovvero ad una musica della libertà.